Il deterioramento progressivo del quadro economico 2023 trova riscontro nelle indicazioni raccolte tramite la flash survey sul sentiment delle imprese di Assolombarda a inizio settembre. Secondo la metà dei rispondenti (51%) l’andamento dell’economia lombarda tra luglio e settembre risulta in linea con quella del secondo trimestre, già in decelerazione, e il 36% riporta un peggioramento; solo il 10% ritiene che la situazione stia migliorando. Anche per il quarto trimestre prevale un sentiment di stabilità (46% dei rispondenti) o inasprimento (36%) del contesto economico rispetto al trimestre attuale; il 15% si aspetta, invece, una tendenza positiva.
In prospettiva, le aspettative sull’andamento dell’economia lombarda nel 2024 restano incerte, con una distribuzione sostanzialmente uniforme tra chi prevede un quadro più favorevole rispetto al 2023 (31%), chi un peggioramento (30%) e chi una stabilità (29%).
I dati a consuntivo sul secondo trimestre 2023 evidenziano già un indebolimento del comparto manifatturiero lombardo, la cui performance rimane, seppur di poco, positiva: il livello di produzione rimane vicino a quello di aprile-giugno 2022, con un minimo incremento pari al +0,5%. Anche nel confronto congiunturale, la crescita della manifattura è prossima allo zero (+0,3%). Invece in Italia si registra una caduta del -3,3%, così come, tra i benchmark europei, in Spagna (-1,3%).
In Lombardia, i settori interessati da un aumento di produzione sono i mezzi di trasporto (+13,4%), il pelli-calzature (+8,6%), l’abbigliamento (+5,8%), l’alimentare (+2,8%) e la meccanica (+1,7%), mentre il tessile ha registrato il calo produttivo più marcato (-6,9%).
La decelerazione primaverile è particolarmente evidente sui mercati internazionali. Tra aprile e giugno le esportazioni lombarde e italiane sono infatti diminuite del -0,9% e -1,0% rispetto al secondo trimestre 2022; rimangono comunque positive le variazioni tendenziali su base semestrale, con l’export lombardo che tra gennaio e giugno 2023 segna un +3,5% sopra i livelli di 12 mesi fa (+4,2% per l’Italia). Nel confronto con le regioni di riferimento, la contrazione delle esportazioni lombarde nel secondo trimestre è meno marcata di quanto registrato in Veneto (-2,1%) e nel Baden-Württemberg (-9,3%), mentre gli altri benchmark segnano variazioni positive (Emilia-Romagna +2,8%; Piemonte +14,6%; Bayern +9,0%; Cataluña +7,6%; Rhône-Alpes +0,6%).
A livello settoriale, nel secondo trimestre la crescita rispetto al 2022 risulta negativa per la gomma-plastica (-5,6%), la chimica (-11,2%), i metalli (-12,3%) e il legno (-14,5%). Tra i Paesi di destinazione, gli scambi con i partner europei diminuiscono del -5,7% nel secondo trimestre rispetto al corrispondente periodo del 2022 (la stessa variazione era del +3,3% nel primo trimestre di quest’anno): in particolare, crolla la Germania (-12,0%) e arretrano vistosamente la Spagna (-4,7%), la Polonia (-3,6%) e i Paesi Bassi (-3,1%). Al contrario, le esportazioni verso i mercati Extra-UE aumentano del +4,8% rispetto ad aprile-giugno 2022, sebbene a ritmo inferiore al +15,0% segnato nel trimestre precedente. Tra i Paesi più rilevanti spiccano Svizzera (+14,4%) e Turchia (+9,3%).
Il rallentamento in atto emerge anche dalle indagini qualitative di Istat, che ad agosto rilevano un calo del clima di fiducia del manifatturiero nel Nord-Ovest per il quinto mese consecutivo. Si riducono gli ordini in portafoglio e si deteriorano le attese di produzione, che per la prima volta da settembre 2022 tornano su livelli negativi; pressoché stabili, invece, le scorte di prodotti finiti. L’indice scende anche a livello nazionale, in Germania e Francia, mentre la Spagna registra un sentiment in controtendenza.
Cresce invece per il secondo mese consecutivo la fiducia dei servizi nel Nord-Ovest: le imprese riportano andamenti aziendali più favorevoli e il saldo sugli ordinativi aumenta in maniera rilevante, mentre le previsioni lato domanda per i prossimi 3-4 mesi sono in leggero calo. Guardando ai benchmark, l’indice diminuisce in Italia, Germania, Francia e rimane stabile in Spagna.
In ambito mercato del lavoro, tra aprile e giugno aumenta per il nono trimestre consecutivo il numero di occupati in Lombardia (+36 mila rispetto al corrispondente periodo del 2022), portando così il tasso di occupazione al 68,8% (era 68,3% un anno prima), sopra a Italia (61,6%) e Piemonte (68,0%), ma sotto a Emilia-Romagna (70,9%) e Veneto (71,6%).
Al contempo, calano i disoccupati (-24 mila) e gli inattivi (-22 mila), con il tasso di disoccupazione che quindi scende al 4,5% (dal 5,0% nel secondo trimestre 2022), rimanendo superiore solo al 4,2% del Veneto. Rispetto al pre-Covid, il bilancio in termini di occupati si conferma positivo (+6 mila nel confronto con il secondo trimestre 2019), si attenua il calo di disoccupati (-30 mila) e il differenziale degli inattivi si riduce a +10 mila.
Nota: dal 1° gennaio 2021 la ‘Rilevazione sulle forze di lavoro’ condotta da Istat recepisce i nuovi criteri stabiliti a livello europeo per l’identificazione degli occupati, comportando una modifica delle serie numeriche diffuse in precedenza: la durata complessiva dell’assenza dal lavoro (più o meno di 3 mesi) diviene il criterio prevalente per definire la condizione di occupato; pertanto, ad esempio, i lavoratori in CIG non sono più considerati occupati se l’assenza supera i 3 mesi
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Nota: Peso di Milano sul totale export lombardo (gen-giu 23): 35,1%.
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