Booklet economia

luglio 2023

Booklet Economia: il quadro della Lombardia con il confronto europeo - luglio 2023

L’export lombardo dei servizi alle imprese raggiunge i 23,3 miliardi di euro nel 2022, in crescita del +14,8% rispetto al 2021. Nel quadro recente, a luglio sale la fiducia dei servizi nel Nord-Ovest e cala quella del manifatturiero per il quarto mese consecutivo.

Nel 2022 la Lombardia ha esportato servizi alle imprese per 23,3 miliardi di euro, valore che include le forniture all’estero di informatica e comunicazioni, finanza e assicurazioni, servizi professionali (compreso il mondo della consulenza), ricerca e sviluppo e altri servizi alle imprese, tra i quali, i servizi legati al commercio e al leasing operativo. Nel confronto con il dato nazionale, la Lombardia concentra il 37,7% delle esportazioni italiane di servizi alle imprese, numero consistente se si considera che la stessa percentuale riferita al manifatturiero è pari al 26%. Nel 2022 le esportazioni lombarde dei servizi alle imprese sono cresciute del +14,8% sul 2021, meglio del +14,2% italiano ma inferiore al +17,7% europeo e al +19,1% registrato per l’export manifatturiero regionale. Risulta invece più marcata e pari al +37,6% l’espansione in confronto al pre-Covid, variazione superiore al +32,3% della media europea e in distacco notevole dal +16,5% nazionale; si tratta di una dinamica brillante anche nel raffronto con le esportazioni manifatturiere del territorio, che nello stesso periodo sono cresciute del +27,5%.

Guardando nel dettaglio dell’aggregato, le categorie ad aver registrato un’espansione sopra la media totale del +14,8% sono i servizi di informatica e comunicazione (+23,2% rispetto al 2021), i servizi professionali (+18,7%) e quelli finanziari e assicurativi (+15,7%). Questi ultimi rappresentano circa un quinto (19%) del totale, così come i servizi professionali (22,1%); di maggior rilevanza gli ‘altri servizi alle imprese’, che valgono un terzo dell’aggregato (33,7%). Seguono l’informatica e le comunicazioni (14,9%) e la categoria ricerca e sviluppo, che pesa circa un decimo del valore complessivo (10,4%). 

Le più recenti indagini Istat sul sentiment delle imprese delineano per luglio un ulteriore calo del clima di fiducia del manifatturiero nel Nord-Ovest, in diminuzione per il quarto mese consecutivo e sui livelli più bassi da gennaio 2021. Nel dettaglio, scendono i giudizi sugli ordini e le scorte di prodotti finiti raggiungono livelli pari al doppio della media 2022; dopo due mesi di flessione, invece, le attese di produzione per i prossimi 3-4 mesi si fermano sul saldo del mese precedente. L’indice scende anche in Italia, Spagna e, in maniera più marcata, in Germania e Francia. 

Tra i fattori di freno, nel secondo trimestre 2023 cala sia la quota di imprese del Nord-Ovest che segnala ostacoli alle esportazioni (a 34,8% dal 39,2% di inizio anno) sia quella di chi riporta criticità legate alla produzione (lievemente, al 36,6% dal 37%), entrambe percentuali più basse da fine 2019. Nel dettaglio, si riduce ulteriormente l’incidenza di coloro che rilevano difficoltà in ambito prezzi e costi (al 16,3% dal 21,4%), di chi segnala come ostacolo l’allungamento dei tempi di consegna (all’8,4% dal 10,8%) e di chi lamenta l’insufficienza di impianti e/o materiali (al 15% dal 19,6%). Aumentano invece le criticità legate all’insufficienza di domanda (19,3%, valore più alto dal primo trimestre 2020) e persistono quelle relative alla scarsità di manodopera (8,3%).

Dopo i due cali registrati a maggio e giugno, torna a salire a luglio il clima di fiducia dei servizi nel Nord-Ovest grazie a prospettive di crescita lato domanda che controbilanciano la riduzione degli ordini. La fiducia delle imprese dei servizi sale anche in Italia e Spagna, mentre scende in Germania e Francia.

Lato prestiti bancari, a marzo 2023 le imprese lombarde registrano una sostanziale stabilità (+0,2% su base annua), confermando la decelerazione rilevata a dicembre 2022. I rallentamenti si evidenziano anche in Emilia-Romagna (+0,8%) e in Veneto (-1,9%), mentre il Piemonte registra a marzo un -1,6% dopo cali di oltre il -5% nel 2022. Queste dinamiche sono il risultato di una contrazione sempre più intensa dei prestiti alle micro e piccole imprese sia in Lombardia che nelle regioni italiane benchmark. Nel dettaglio dei settori, a marzo 2023 aumentano del +2,6% su base annua i prestiti alle imprese lombarde operanti nei servizi, mentre la manifattura registra un cambio di tendenza e, dopo oltre 12 mesi di aumenti, i prestiti diminuiscono del -1,6%. Anche nel comparto costruzioni si rileva un calo del -2,2% rispetto a marzo 2022. 

Con riferimento al mercato del lavoro, l’analisi dei flussi di assunzioni e cessazioni conferma il quadro positivo emerso dagli indicatori di occupazione e disoccupazione sia dello scorso anno sia del primo trimestre di quest’anno. Nei mesi tra aprile 2022 e marzo 2023 in Lombardia le assunzioni ammontano a 1.516.040, di cui il 22% a tempo indeterminato, in crescita rispettivamente del +4,4% e + 7,4% sui dodici mesi precedenti. Anche a livello nazionale, i nuovi contratti a tempo indeterminato crescono a ritmi superiori (+5,9%) rispetto al totale (+3,8%). Al contempo, in Lombardia si contano 1.411.319 cessazioni, in aumento del + 8,8% rispetto al periodo aprile 2021-marzo 2022; una simile dinamica si registra anche in Italia (+8,3%). Tra le causali, le dimissioni volontarie crescono a ritmi inferiori, rispettivamente del +5,4% e +3,6%. 

In questo contesto, considerando anche le trasformazioni contrattuali avvenute tra aprile 2022 e marzo 2023, otteniamo saldi positivi sia a livello regionale che nazionale. Nel primo caso, il saldo tra assunzioni e cessazioni ammonta a +104.721 unità (-32,5% rispetto ai 12 mesi precedenti): questo numero è determinato esclusivamente dal saldo dei rapporti a tempo indeterminato, +106.110 unità, in forte aumento dai +43.534 dei dodici mesi precedenti. Anche nella media italiana, la differenza tra flussi in entrata e in uscita è positiva, ma con una più accentuata contrazione rispetto al periodo precedente (-37,9%).

Nota: nel mese di aprile 2020 l’Istat non ha diffuso il dato dell’Italia e del Nord-Ovest a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

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Focus Milano

Tra aprile 2022 e marzo 2023 Milano registra 718.568 assunzioni, di cui il 24% a tempo indeterminato, incidenza superiore sia al 22% lombardo che al 17% italiano. Nello stesso periodo, le cessazioni ammontano a 659.654, di cui circa un terzo (34%) per dimissioni. Tenendo conto anche delle trasformazioni contrattuali, il saldo tra assunzioni e cessazioni risulta positivo e pari a +58.914, dove i rapporti a tempo indeterminato hanno contribuito per l’85,8%.

Focus Monza Brianza

Nella Provincia monzese sono stati attivati 92.973 contratti tra aprile 2022 e marzo 2023, di cui quasi un quarto (24%) a tempo indeterminato, incidenza superiore a quella regionale (22%) e nazionale (17%). Lato cessazioni, nel periodo considerato sono stati terminati 87.025 contratti, il 40% dei quali per dimissioni volontarie: questa incidenza risalta sia nel confronto con il 36% lombardo che con il 28% italiano. La differenza tra flussi in entrata e in uscita al netto delle trasformazioni risulta positiva (+5.948) grazie al sostanziale contributo dei rapporti a tempo indeterminato.

Focus Lodi

Tra aprile 2022 e marzo 2023 a Lodi si rilevano 20.744 nuovi contratti, di cui circa un quarto (24%) a tempo indeterminato, incidenza superiore al 22% regionale e al 17% nazionale. Al contempo, la Provincia conta 19.348 cessazioni, il 39% delle quali per dimissioni volontarie, quota più alta sia del 36% lombardo che del 28% italiano. Tenendo conto anche delle trasformazioni da un tipo di contratto all’altro, il saldo tra assunzioni e cessazioni rimane positivo (+1.397) grazie esclusivamente al contributo dei rapporti a tempo indeterminato.

Focus Pavia

Nei dodici mesi tra aprile 2022 e marzo 2023 la Provincia pavese conta 52.105 assunzioni, di cui quasi un quinto (19%) sono a tempo indeterminato; sebbene inferiore al 22% lombardo, l’incidenza rimane comunque più alta del 17% italiano. Nello stesso periodo, si rilevano 49.388 cessazioni, il 36% delle quali per dimissioni volontarie, quota in linea con quella regionale e superiore al 28% nazionale. Il saldo tra assunzioni e cessazioni, al netto delle trasformazioni contrattuali, è positivo (+2.717) per effetto dell’incremento nei rapporti a tempo indeterminato.