Manca meno di una settimana al “the Tuesday next after the first Monday in the month of November” - come sancisce la Costituzione americana - ovvero il 3 novembre 2020, il primo martedì del mese, la data per l’elezione del 46° Presidente degli Stati Uniti d’America, il giorno cruciale che segnerà il corso della storia americana (e del resto del mondo) per i prossimi quattro anni e forse di più. Perché la sfida per la Casa Bianca 2020 è un vero e proprio scontro epocale dell’America contemporanea.
Donald Trump versus Joe Biden non significa questa volta solo Repubblicani versus Democratici come è sempre stato. Significa il confronto tra due visioni del mondo agli antipodi, due approcci opposti, due linguaggi incompatibili. Il think tank Competere ci restituisce in sole 14 pagine una sintesi chiara delle proposte dei due candidati alle questioni cruciali dell’America di oggi: “Trump vs Biden. Programmi e proposte a confronto”.
Ma la notte del 3 novembre il mondo potrà davvero tirare un sospiro di sollievo? In realtà, sembra proprio di no. Potrebbero volerci addirittura settimane prima che emerga il nome del vincitore. Complice il virus Covid-19 e l’ “early in-person voting”.
Questa volta, infatti, sono già andati a votare oltre 60 milioni di cittadini americani (sono 240 milioni quelli aventi diritto al voto). Come? Via posta o presso le urne già aperte nei diversi Stati federali e questo ha subito suscitato l’allarme ai brogli elettorali.