Scelti per voi - Come sarà il mondo nel 2021 dopo l’assordante “sveglia” del Covid-19?

29 gennaio 2021

Il 2020 resterà nella memoria collettiva come l’anno che ha segnato un nuovo corso della storia. Tutto il mondo ha subito uno “stress test” di cui ancora oggi non si conoscono gli effetti complessivi nel breve e nel lungo termine. La pandemia da Covid-19 ha innescato un profondo cambiamento di tutti gli aspetti che fanno parte della vita delle persone: dalla politica all’economia, dai rapporti interpersonali a quelli sociali, dalla tecnologia all’ambiente. Questa crisi costringe a una riflessione sulle risposte e soluzioni date finora alle questioni più delicate del nostro tempo e – nonostante compiere previsioni realistiche sia un esercizio intrinsecamente difficile proprio perché siamo ancora in presenza di un quadro di riferimento molto volatile – economisti, professori, sociologi, filosofi, pensatori nazionali e internazionali stanno provando a tracciare le direttrici dei prossimi anni, alla ricerca di una risposta alla domanda più difficile di questo inizio 2021: “Come sarà il mondo dopo l’assordante “sveglia” del Covid-19?”. 

Uno degli ultimi articoli più interessanti pubblicati sul The Economist, si chiede: “The roaring 20s?”, stiamo entrando nei ruggenti anni Venti del 2000? Sembra proprio di sì. I tre principali motivi per essere ottimisti sui prossimi anni? Come prima cosa, l’evento di fine anno 2020 che ha cambiato il volto di questa situazione fortemente critica: la scoperta del vaccino in tempi record. Mai prima d’ora è successo che la scienza trovasse una risposta a un’emergenza di questa magnitudo in tempi così rapidi. Non solo: il secondo elemento chiave su cui fondare questo ottimismo verso il futuro sono gli importanti investimenti, pubblici e privati, in Ricerca & Sviluppo nell’ambito tecnologico. Un processo, quello della digitalizzazione di tutti gli aspetti della nostra vita, che ha subito una fortissima accelerata in questo ultimo anno. Il terzo aspetto è la capacità di adattamento dell’uomo alle nuove tecnologie. Nel giro di pochi mesi, la maggior parte degli individui ha sperimentato quella che ormai è considerata la “New Normal”, ovvero riunioni in videoconferenza, acquisti totalmente on-line. Ma ancora, la pandemia ha accelerato l’adozione di pagamenti elettronici, la tele-medicina, l’automazione nelle industrie. Un reminder di come le avversità spesso forzino le società a svilupparsi. E così l’Economist sollecita: “The fight against climate change and the great-power competition between America and China could spur further bold steps”. I prossimi anni potrebbero rappresentare la nuova epoca all’insegna del progresso e dell’innovazione: i ruggenti anni Venti del 2000. 

Per conoscere quali sono i rischi e le opportunità scaturite dall’anno che ci lasciamo alle spalle, altrettanto stimolante è l’approfondimento del noto think tank americano Atlantic Council “The top ten risks and opportunities for 2021”. Secondo Mathew Burrows e Robert A. Manning, nonostante il 2020 sia stato “the year from hell”, ci sono stati dei raggi di luce anche nell'abisso. In particolare: la democrazia ha prevalso nelle elezioni presidenziali americane, anche se il sistema politico statunitense rimane polarizzato e disfunzionale e, in uno slancio di innovazione spettacolare, aiutato dall'intelligenza artificiale e dai big data, gli scienziati hanno creato i vaccini contro il Covid con una velocità sorprendente.

Nonostante la tentazione di credere che nel 2021 la situazione possa solo migliorare, i due autori – attingendo dalla loro esperienza maturata presso il National Intelligence Council degli Stati Uniti – hanno valutato i 10 dieci principali rischi del nuovo anno con implicazioni a livello globale, tra cui: l’aggravarsi della crisi Covid in piena campagna di somministrazione dei vaccini; una Presidenza Biden soffocata dai repubblicani ma anche da una parte dei democratici; una esplosione incontrollabile del debito pubblico soprattutto nelle economie in via di sviluppo; la lenta ripresa economica dei paesi occidentali, sempre più lontani dai livelli di crescita della Cina; le provocazioni nucleari da parte della Corea del Sud di Kim Jong-un; la più grave crisi alimentare da oltre mezzo secolo a questa parte (già in atto); l’intensificarsi dello scontro tra Stati Uniti e Iran in merito al quale La Repubblica ha recentemente pubblicato uno speciale dedicato ai 40 anni dall’inizio della sfida del popolo dello Scià di Persia all’Occidente. Ma mossi dall’aforisma secondo cui “la speranza è l’ultima a morire”, Burrows e Manning hanno stilato e sviscerato anche le 10 opportunità per il 2021, come, per esempio: un rinnovato spirito multilateralista da parte dell’America e, di conseguenza, a cascata di tutto l’Occidente; una tregua della trade war con la Cina, il cui primo “passo” è stato l’accordo siglato il 15 gennaio 2021 che definisce tutte le misure che la Repubblica popolare di Xi Jinping dovrà intraprendere per “scongiurare” una ripresa dell’offensiva commerciale americana. Alle domande “quali sono i contenuti dell’accordo e le motivazioni sottostanti?”, “quali le reazioni e intenzioni cinesi?”, “quali conseguenze per l’Unione europea?” risponde il think tank italiano ISPI

Scelti per voi - Come sarà il mondo nel 2021 dopo l’assordante “sveglia” del Covid-19?

Al quesito “Come ci immaginiamo questo 2021?”, risponde anche Linkiesta Forecast, la nuova rivista de Linkiesta in collaborazione con il New York Times, che racconta il mondo contemporaneo e analizza gli scenari del nuovo anno con una nuova prospettiva. Disponibile in un circuito di librerie indipendenti e nelle edicole di Milano e Roma, affronta e anticipa le tendenze del dibattito politico, economico, sociale e culturale nazionale e internazionale.

Fresca di pubblicazione è anche la 16esima edizione del Global Risks Report del World Economic Forum, l’International Organization for Public-Private Cooperation più famosa al mondo. Il risultato delle previsioni sui rischi globali del 2020 è stato impietoso: la pandemia era tra i fattori considerati meno probabili dagli analisti. Riguardo al 2021, i 700 esperti e decisori di tutto il mondo interpellati, condividono una forte preoccupazione, in particolare, per i rischi emergenti causati proprio dalla pandemia di Covid-19, tra i quali: il Digital Divide che esacerberebbe ulteriormente le diseguaglianze sociali e culturali all’interno di uno stesso Paese e tra i diversi Stati; la cosiddetta “Generazione Covid”, ovvero i giovani che più di tutti pagheranno il prezzo di questa crisi in termini di educazione e salute mentale; una più profonda frammentazione geopolitica tra i Paesi del G20; una forte pressione sull’industria, legata a diversi piani di investimento fatti dai governi dei diversi Stati.   

Sempre nella direzione di voler ottenere importanti indicazioni sul futuro del mondo, un appuntamento strategico è quello che si sta svolgendo proprio questa settimana:  l’incontro (con cadenza annuale) dei capi di stato e di governo e dei leader delle grandi istituzioni e organizzazioni internazionali organizzato dal World Economic Forum, tradizionalmente nella cittadina svizzera di Davos ma quest’anno, causa Covid-19, tutto in versione digitale. Sette le principali questioni sul tavolo per ripensare ad una nuova partenza: “how to save the planet”, “fairer economies”, “Tech for Good”; “Society & Future of work”, “Better business”; “Healthy Futures”, “Beyond Geopolitics”. Per avere una sintetica panoramica degli interventi e delle tematiche più significative di ogni giornata, da quest’anno è possibile ascoltare i podcast “Radio Davos”

Infine, con lo sguardo rivolto al lungo periodo, la rivista americana TIME, ha appena dato vita al progetto “TIME 2030”, un'iniziativa editoriale globale decennale che si concentrerà sulla continua esplorazione di soluzioni alle sfide del mondo post-COVID e sui leader e gli innovatori che le guidano. Il progetto è stato presentato proprio durante la “prima giornata di Davos”, durante un TIME100 Talks con Angelina Jolie, il fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum Klaus Schwab, l'attivista indonesiana per il clima Melati Wijsen. Per tutta la durata del progetto, TIME pubblicherà regolarmente i rapporti su carta e online, annuncerà nuove estensioni multipiattaforma e darà vita a molte di queste storie attraverso i TIME Studios, la divisione televisiva e cinematografica della rivista.

 
 
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