Formazione e lavoro rappresentano due asset strategici per la crescita e lo sviluppo dell'economia e della società di un Paese. A partire dalla seconda metà del secolo scorso, con le prime teorie economiche della Scuola di Chicago, è stata fornita una spiegazione scientifica alla correlazione positiva tra lo sviluppo del capitale umano, inteso come insieme di conoscenze, competenze, abilità che un individuo acquisisce attraverso un costante e continuo processo di formazione sia in ambito scolastico che lavorativo, e la crescita economica e sociale di un Paese.
Covid-19 ha radicalmente trasformato il mondo della formazione e diminuito i livelli di occupazione, in particolare colpendo le giovani generazioni, con conseguenze profonde e strettamente legate tra loro in termini di contenuto, modo, tempo e spazio.
A livello globale, distanziamento sociale e chiusura delle università e dei luoghi di lavoro hanno rappresentato l’exit strategy dall’emergenza sanitaria. Oggi, dopo il lungo periodo di lockdown, emergono i primi dati allarmanti.
Secondo il New York Times, in questo articolo di Anemona Hartocollis e Dan Levin “As Students Put Off College, Anxious Universities Tap Wait Lists”, gli studenti non hanno intenzione nel prossimo autunno di immatricolarsi all’Università poiché "non ha senso pagare 20.000 dollari per sedersi al computer a casa e seguire corsi online".