Il mercato del lavoro richiede sempre più figure professionali green: lo dimostrano i dati relativi agli ultimi anni. In particolare, il rapporto GreenItaly 2024 evidenzia come nel 2023 le figure professionali legate alla green economy abbiano rappresentato il 13,4% degli occupati totali, circa 3,1 milioni di persone. Le imprese italiane cercano sempre più figure professionali, anche di prima esperienza, capaci di coniugare innovazione, rispetto dell’ambiente e nuove tecnologie.
E il mondo della formazione si è già adeguato alle nuove esigenze. I giovani che si affacciano al mondo del lavoro devono essere pronti. “Le aziende oggi cercano profili ibridi e specializzati – afferma Umberto Lonardoni, direttore generale di Ifoa – come tecnici per la sostenibilità e il controllo qualità nelle filiere agroalimentari, esperti in gestione energetica, logistica sostenibile, digitalizzazione dei processi produttivi con attenzione all’impatto ambientale”. Per questo motivo Ifoa, ente di formazione e agenzia per il lavoro, organizza diversi percorsi formativi che valorizzano gli aspetti professionali legati alla sostenibilità, ormai sempre più spesso in connessione con l’innovazione digitale. È la cosiddetta twin transition, dove competenze green e digitali si intrecciano per accompagnare le imprese verso modelli di sviluppo più competitivi e responsabili. La riduzione degli impatti ambientali, infatti, passa sempre più dall’uso di tecnologie digitali, dall’analisi dei dati per ottimizzare i consumi energetici fino alla digitalizzazione dei processi produttivi per ridurre sprechi e risorse. Ci sono anche ruoli che, pur non essendo green in senso stretto, hanno in realtà un forte legame con i temi Esg, come il safety and environment manager, esperto di salute e sicurezza con focus sulla tutela ambientale, contribuendo a un futuro più sicuro e sostenibile.
Spesso non si tratta di nuove professioni, ma di nuove competenze trasversali richieste in molti settori, dalla manifattura all’agroindustria. Per distinguersi, un candidato deve valorizzare nel proprio curriculum esperienze pratiche, conoscenze tecniche specifiche ma anche soft skills legate alla sostenibilità: project work, stage in aziende green, certificazioni digitali e ambientali, conoscenza di normative Esg faranno la differenza, ma anche saper comunicare il proprio impegno per l’ambiente, non solo ideologico ma concreto, può essere oggi un fattore decisivo in fase di selezione. Ma un green job non è solo una carriera: percorsi del genere rappresentano una scelta di valore che inizia dalla formazione post diploma o post laurea. L’offerta formativa green di Ifoa sarà presentata da Simona Maretti, direttrice dell’ITS Academy Agroalimentare, mercoledì 18 settembre nell’ambito della Green Week, al Planet Art Camp di Green Planner, che si svolge presso il Dipartimento di scienze dell’ambiente e della Terra, in piazza della Scienza 1, Edificio U1-Atlas - aula 09.
Simona Maretti, direttrice dell’ITS Academy Agroalimentare, commenta: “La sostenibilità non è più un tema accessorio, ma un criterio che attraversa ogni settore produttivo, e la formazione deve saper tradurre questa esigenza in competenze operative. Un green job non è solo un titolo professionale, ma una scelta che unisce carriera e responsabilità verso ambiente. Con i nostri corsi ITS e IFTS vogliamo accompagnare i giovani a costruire percorsi che vanno dall’innovazione tecnologica alla valorizzazione del territorio, offrendo opportunità di inserimento rapido nel mondo del lavoro e contribuendo al tempo stesso agli obiettivi di sostenibilità delle imprese.”
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