Presentati a Cernobbio i risultati del Position Paper realizzato da TEHA Group in collaborazione con A2A 

 

La rapida espansione della connettività e l’adozione su larga scala di tecnologie digitali (cloud, IoT e Intelligenza Artificiale) stanno generando una crescita senza precedenti nella domanda di dati da gestire ed elaborare, rendendo i data center infrastrutture strategiche per la competitività e la transizione digitale. La sfida è riuscire a trasformare impianti altamente energivori (nel 2035 potrebbero raggiungere il 4% dei consumi elettrici globali, il 13% in Italia) in alleati della sostenibilità urbana. Nel mondo si contano 10.332 data center, di cui più di 2.200 in Europa. L’Italia si posiziona al 13° posto con 168 strutture: la Lombardia emerge come polo strategico in rapida crescita, con Milano che concentra il 46% della potenza nazionale, già davanti a città come Madrid e Zurigo. Quattro le leve strategiche di efficienza individuate per garantire uno sviluppo sostenibile dei data center: recupero di calore, utilizzo di aree brownfield, PPA per rinnovabili e valorizzazione dei RAEE. In uno scenario di pieno sviluppo una loro applicazione integrata consentirebbe un risparmio complessivo di 5,7 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno con un beneficio economico stimato di circa 1,7 miliardi di euro. Il solo recupero del calore di scarto dei data center potrebbe alimentare le reti del teleriscaldamento coprendo il fabbisogno termico di circa 800.000 famiglie, evitando l’emissione di 2 milioni di tonnellate di CO₂, pari a oltre il 5% delle emissioni degli attuali consumi residenziali. Un contributo concreto alla decarbonizzazione del settore. Sul fronte economico, lo sviluppo del settore in Italia potrebbe contribuire dal 6% al 15% della crescita annuale del PIL nazionale, abilitando fino a 150.000 posti di lavoro diretti, indiretti e indotti e rafforzando la competitività digitale del Paese.