Il posizionamento futuro della Lombardia nel panorama competitivo globale vede nell’innovazione una leva fondamentale. Se il campo di gara è sovranazionale, è a livello locale che si svolge la fondamentale integrazione tra i diversi attori che vi operano: sistema di istruzione e di ricerca, imprese e istituzioni. L’innovazione è infatti un ecosistema più che un processo ed è questa interazione tra attori - particolarmente fertile nel sistema polisettoriale e multidimensionale lombardo - che facilita lo sviluppo e l’applicazione della conoscenza, innescando dinamiche virtuose che si compiono nel trasferimento tecnologico e portano a ulteriore innovazione e sviluppo. 

Nel contesto nazionale, i numeri aggiornati confermano la leadership lombarda. Se, con 10 milioni di abitanti concentra il 17% della popolazione italiana e, con 391 miliardi di euro, il 22% del PIL nazionale, il peso della regione rispetto alla capacità di innovazione dell’Italia è molto superiore. Infatti, in Lombardia avviene il 21% della spesa in R&S, si effettua il 27% della ricerca scientifica maggiormente citata a livello globale, vengono registrati il 32% dei brevetti, lavorano il 28% degli occupati nei settori più avanzati del manifatturiero, hanno sede il 22% delle startup knowledge intensive

Il primato nazionale si riscontra anche nei dati di crescita economica: tra il 2014 e il 2018 il PIL della Lombardia è cresciuto del +7,4%, ben più del +4,6% nella media nazionale. Una delle traiettorie chiave su cui si fonda e trae forza questa crescita è proprio l’innovazione. Dai numeri di questa quarta edizione del Booklet emerge infatti che i primi segni di vivacità innovativa registrati 4-5 anni fa sono ora divenuti trend chiaro e diffuso e la competitività accresciuta della Lombardia emerge anche rispetto agli altri motori d’Europa, ossia Baden-Württemberg, Bayern, Auvergne-Rhône-Alpes e Cataluña. Questo non significa aver colmato tutti i gap pregressi rispetto ai benchmark, ma la tendenza e il ritmo della crescita sono evidenti riscontri di un percorso stabilmente intrapreso.

Di seguito si propongono gli indicatori principali, organizzati lungo la filiera che parte dal sistema dell’education e del capitale umano, passa poi alla ricerca e scaturisce infine nell’innovazione. Nel sistema dell’education, un elemento importante da mettere in luce è la reputazione degli atenei lombardi. Nel 2019 le migliori facoltà del nostro territorio avanzano infatti ulteriormente nel Qs World University Ranking e, per la prima volta, raggiungono la vetta superando - seppur di poco - le università del Bayern: la sommatoria dei punteggi delle faculty lombarde inserite nella fascia delle top 30 globali passa da 84 punti nel 2015 agli attuali 176 (le altre regioni non hanno università in questa fascia del ranking). Sul fronte capitale umano, il quadro è invece composito, di luci - perchè il tasso di avanzamento registrato dalla Lombardia a partire dal 2014 è significativo e per alcuni indicatori maggiore rispetto ai benchmark - e ombre - perché il gap nel confronto con le regioni europee più performanti rimane ampio. In particolare, in Lombardia cresce il numero di studenti universitari e, in parallelo, sale la quota di laureati con età compresa tra i 30 e i 34 anni (dal 25,9% nel 2014 al 33% nel 2018 rispetto alla popolazione corrispondente). Ma, pur accorciandosi notevolmente, rimane un distacco di circa 15 punti percentuali dai top perfomer (48% in Auvergne-Rhône Alpes, 47,3% in Cataluña). 
In aggiunta, nel mercato del lavoro aumentano gli occupati nei settori più avanzati del manifatturiero medium e high tech e dei servizi knowledge intensive (51,5% in Lombardia nel 2018), ma permane il distacco rispetto alle regioni tedesche (59% in Baden-Württemberg, 56,3% in Bayern).

Una prima considerazione di sintesi è che il capitale umano rappresenta per la Lombardia una priorità da rafforzare perché costituisce un fattore abilitante fondamentale per l’attrattività e la competitività del territorio e su cui si fonda la qualità di tutto il processo di innovazione. Con riferimento alla ricerca, tra i fattori abilitanti la Lombardia continua a scontare un investimento in R&S pubblico e privato assai ridotto rispetto ai benchmark (1,28% la spesa in R&S in rapporto al PIL vs 4,92% in Baden-Württemberg, pari a 490 euro per abitante, poco più di un quinto del top performer tedesco con 2.120 euro). E sotto questo profilo non mostra miglioramenti: nel quinquennio 2014-2018 si evidenzia che la spesa in R&S di imprese e università è cresciuta a doppia cifra, mentre è diminuita quella sostenuta da istituzioni pubbliche e non profit privato. 
Nonostante una spesa in R&S complessiva esigua, la ricerca scientifica accademica in Lombardia è allineata ai benchmark per qualità (la percentuale di articoli altamente citati sul totale è pari a 1,96% ed è in linea con la media dei benchmark) e continua a distinguersi per produttività (il numero di articoli per milione di euro speso in R&S è pari a 15,9 ed è sopra la media dei benchmark). La Lombardia nella ricerca riesce quindi oggi a competere considerata la propria scala dimensionale, ma si tratta di un equilibrio da monitorare con attenzione nel medio-lungo periodo.

Relativamente alla ricerca nelle imprese, le indagini campionarie recenti segnalano una propensione sempre più diffusa nel manifatturiero lombardo: quasi il 60% delle aziende dichiara di aver svolto attività di R&S nel triennio 2015-2017, più che in tutti i benchmark (erano il 40% nel 2011-2013).
In tema di innovazione, una quota di imprese manifatturiere sensibilmente maggiore rispetto al passato innova: in Lombardia il 61% delle imprese ha condotto innovazione di prodotto o processo nel triennio 2015-2017 (erano il 54% nel 2011-2013) e il 25% innovazione organizzativa (erano il 15%), in linea con le regioni tedesche, dietro solo alla Cataluña con quote pari al 72% e al 31% rispettivamente. Maggiore R&S nelle imprese si traduce anche in maggiore numero di brevetti richiesti, nota criticità del processo innovativo lombardo (e italiano): i brevetti crescono infatti del +12% tra il 2014 e il 2018, al pari di Bayern (+11,8%) e Auvergne-Rhône Alpes (+11,2%), più del Baden-Württemberg che flette (-7,9%), meno della Cataluña (+23,6%, che però partiva da livelli assai contenuti). Tuttavia, questa accelerazione non basta ancora a colmare l’enorme divario con le top regioni tedesche: i 140 brevetti richiesti lombardi per milione di abitanti restano infatti solo poco più un quinto dei 634 del Bayern top performer.

Nell’ecosistema lombardo emergono inoltre per vitalità le startup innovative. I numeri di questa edizione confermano infatti una buona natalità di startup knowledge intensive in Lombardia (38,6 startup ogni 100 mila abitanti nel 2017) e, pur registrando un tasso di sopravvivenza abbastanza debole (83% vs 90% nelle regioni tedesche), le performance di crescita sono soddisfacenti (il 5,9% delle startup lombarde registra performance di crescita alta2), in linea con il Bayern (5,7%) e poco inferiori a Baden-Württemberg (6,7%) e Cataluña (7,5%) top performer.

In conclusione, i numeri indicano chiaramente che la Lombardia è in corsa lungo un sentiero tracciato e positivo, ma questo non è ancora sufficiente a colmare del tutto il deficit pregresso che sconta nelle sue aree di maggior debolezza, tra le quali emergono in particolare il capitale umano e il trasferimento tecnologico.

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