La Lombardia aggancia con energia la ripartenza del commercio internazionale che da novembre torna sopra i livelli pre Covid. Così, le vendite all’estero delle imprese lombarde nell’ultimo trimestre del 2020 risultano del -2,3% inferiori a un anno prima, dopo il -7,9% nel terzo trimestre e la caduta verticale del -27,3% nel periodo aprile-giugno. Tuttavia, il bilancio complessivo del 2020 rimane estremamente pesante: sono 13,5 i miliardi di fatturato estero persi in un anno in Lombardia, con una flessione del -10,6% rispetto al 2019. È una caduta molto profonda e superiore alla media nazionale (-9,7%) perché qui la pandemia ha colpito prima e con maggior forza, anche nella seconda ondata. Va però rilevato che la performance lombarda è sostanzialmente allineata a quella degli altri motori d’Europa ad indicare un impatto grave e diffuso della pandemia su tutti i grandi poli manifatturieri europei: -10,3% Cataluña, -10,6% Auvergne Rhône Alpes, -11,3% Bayern, -7,3% Baden-Württemberg. 

Osservando in modo più granulare il dato sintetico delle esportazioni lombarde, si conferma la profonda differenziazione per settore: nel 2020 si espandono solo i comparti essenziali della farmaceutica e dell’alimentare (+7,6% e +1,3%), mentre contengono nel complesso le perdite elettronica (-4,2%), apparecchi elettrici, (-7,1%), chimica, (-7,4%) e gomma-plastica (-9,1%). Nonostante l’accelerazione positiva nell’ultimo trimestre dell’anno di meccanica, metalli e automotive, in tutti questi settori chiave per l’economia del territorio la caduta annua è superiore alla media del manifatturiero e compresa tra il -12% e il -15%. Tra i comparti di punta dell’export lombardo, resta inoltre particolarmente critica la situazione del sistema moda che nell’anno perde quasi il 20% delle vendite estere

Il ripiegamento del commercio estero della Lombardia interessa tutte le destinazioni globali, con un impatto più pronunciato verso i mercati europei (-11,0% nel 2020 rispetto al 2019) rispetto a quelli extra Ue (-10,1%): Germania (-10,9%), Francia (-12,8%) e Spagna (-12,7%) spiegano da soli circa un terzo della flessione 2020 delle vendite estere regionali.

L’impatto similare riscontrato nei numeri dell’export tra regioni motori d’Europa trova conferma anche nei dati di produzione, con un calo nel 2020 che sfiora il -10% sia in Lombardia sia nei benchmark internazionali. In Lombardia tutte le classi dimensionali di impresa accusano un’ampia diminuzione annua dei livelli produttivi: l’impatto è più forte sulle piccole (-10,4%) e medie (-10,2%) imprese, ingente ma più contenuto sulle imprese con oltre 200 addetti (-8,2%) che nell’ultima parte dell’anno hanno beneficiato maggiormente della crescita del commercio estero.

La pandemia ha prodotto ingenti effetti anche sul mercato del lavoro: nel complesso del 2020 in Lombardia gli occupati sono oltre 77 mila in meno rispetto al 2019, un record negativo peggiore di quello della precedente crisi (quasi 60 mila gli occupati persi nel 2009). La riduzione in termini percentuali è del -1,7% e, per quanto consistente, si rivela più contenuta rispetto alle altre principali regioni manifatturiere italiane (oltre il -2% sia Emilia-Romagna, sia Piemonte, sia Veneto). 

La maggior parte della perdita di occupazione in Lombardia si concentra tra i dipendenti a termine (-66 mila, pari al -15% rispetto al 2019) e gli uomini (-51 mila). Inoltre, risultano particolarmente colpiti i giovani (-46 mila gli under 35) e i meno istruiti (-80 mila gli occupati con licenza media). Tra i macro comparti, il calo maggiore interessa commercio, alberghi e ristorazione (-40 mila occupati), che più patiscono il distanziamento imposto dal Covid-19, mentre nell’industria la flessione è più contenuta (-25 mila).

Il tasso di occupazione ripiega al 66,9% in Lombardia nel 2020 (dal 68,4% nel 2019) e, in parallelo, scende anche il tasso di disoccupazione (al 5,0%), riflettendo un aumento delle persone scoraggiate che hanno rinunciato alla ricerca di un impiego.

Alcuni segnali più positivi emergono in questo avvio di 2021. I consumi di energia elettrica tornano sostanzialmente in linea con i livelli di un anno fa (-3,6% in Lombardia, -3,4% in Italia ma che depurato per gli effetti di calendario e temperatura si porta a -0,2%). Il clima di fiducia del manifatturiero nel Nord Ovest sale in modo deciso a febbraio, grazie all’aumento degli ordini, alla diminuzione delle scorte di prodotti finiti nei magazzini e alle attese di produzione nel breve termine in miglioramento. Anche il clima di fiducia dei consumatori cresce a febbraio, pur rimanendo nel Nord Ovest su livelli inferiori rispetto alla media italiana. 

Oggi è importante monitorare l’evoluzione in corso a seguito delle nuove limitazioni impostate dal riaggravarsi della diffusione dei contagi. I primi effetti si vedono già sulla mobilità complessiva delle persone che in Lombardia, dopo essere tornata sopra al pre Covid a febbraio, ridiscende a metà marzo a circa il -10%. Anche gli spostamenti verso i luoghi di lavoro si riportano a quasi il -30% nella prima decade di marzo dal -20% circa di fine febbraio.

Scarica il rapporto completo "Booklet Economia - La Lombardia nel confronto nazionale ed europeo - N. 54/marzo 2021".