Booklet economia

20-07-2022

Booklet Economia: il quadro della Lombardia con il confronto europeo - luglio 2022

Domanda ancora consistente, anche se in discesa, ma energia, materie prime e inflazione danneggiano le prospettive di questo autunno

La lettura del quadro economico attuale non può prescindere da una attenta analisi settoriale, considerato come gli andamenti e le prospettive risentano oggi più che mai di differenti fattori esogeni.

Partiamo dal manifatturiero. Fino a marzo 2022 le imprese industriali lombarde non hanno incorporato significativi impatti dall’instabilità geopolitica innescata dalla guerra in Ucraina. Nel primo trimestre 2022 la produzione manifatturiera è cresciuta, infatti, di un robusto +10,7% rispetto a un anno prima e, sebbene in rallentamento se confrontato con lo slancio dei trimestri precedenti, rileva incrementi diffusi in tutti i settori.
Secondo le ultime indicazioni dalle inchieste presso le imprese manifatturiere, tra aprile e giugno, invece, gli impatti di guerra e shock energetico si dispiegano con maggiore forza. Nel Nord Ovest e in Lombardia sono colpite prioritariamente le aspettative di domanda e produzione, che nel complesso si ridimensionano sensibilmente, ma anche gli ordini in portafoglio. In particolare, la domanda scende sui minimi dell’ultimo anno, anche se rimane storicamente elevata: escludendo gli ultimi dodici mesi, i livelli degli ordini a giugno 2022 sono sui massimi da metà 2007. 

Per il manifatturiero lombardo e italiano un primo fattore critico continuano ad essere le materie prime e i semilavorati perché i prezzi rimangono diffusamente elevati nonostante i recenti ribassi (riflesso anche di una domanda internazionale in rallentamento) e, soprattutto, perché i beni energetici sono di nuovo in impennata. Negli ultimi giorni il crollo delle forniture dalla Russia ha, infatti, riacceso le tensioni sul mercato del gas e ora in Europa viene scambiato intorno ai 160 €/MWh (il 15/07/2022), una impennata eccezionale dai 11,2 €/MWh in media a gennaio 2020. Questa nuova fiammata si riflette sul Prezzo Unico Nazionale dell’energia elettrica che in Italia risale a 463 €/MWh (il 18/7/2022), un livello 10 volte maggiore rispetto a inizio 2020.
Il petrolio Brent mostra invece contenuti segnali di cedimento dopo una crescita praticamente incessante da metà 2020, ma la volatilità rimane estremamente elevata (il barile è a 101$ il 15/7/2022, +59% rispetto a gennaio 2020).

Altre materie prime stanno invece ritracciando, riportandosi sui livelli pre-conflitto (gennaio-febbraio 2022): è l’esempio di nichel, olio di semi di girasole e olio di soia. Per altre, poi, questa tendenza ribassista è ancora più pronunciata: l’alluminio è scambiato sui minimi da dicembre 2021, l’urea per i fertilizzanti da ottobre 2021, il rame da febbraio 2021, l’acciaio da gennaio 2021. In ogni caso, i livelli permangono per tutte decisamente più elevati rispetto a quelli antecedenti la pandemia: +265% urea, +101% olio di soia, +82% olio di semi di girasole, +82% legno, +58% acciaio, +56% nichel, +45% alluminio, +37% zinco, +28% rame.

Un caso a parte sono i cereali: le quotazioni del mais continuano a salire attestandosi a +100% rispetto al pre Covid (il 14/07/2022), mentre il frumento, sebbene tra giugno e la prima parte di luglio sia tornato a scendere, resta sopra i livelli pre conflitto e soprattutto registra un +56% rispetto al pre Covid. 

Parte di questi aumenti per le imprese lombarde e italiane è anche legata al pesante apprezzamento del dollaro nei confronti dell’euro, considerato che la maggior parte delle commodities è contrattata in valuta statunitense e che il tasso di cambio ora ha raggiunto la parità (minimo da fine 2002). Per contro, va pur sempre rilevato che un euro così debole è vantaggioso per le imprese che esportano verso gli Stati Uniti.

Infine, proseguono le frizioni, anche logistiche, delle catene di approvvigionamento. Tra aprile e giugno il 27% delle imprese manifatturiere nel Nord Ovest segnala ostacoli alle esportazioni legate a ‘prezzi e costi’ (più del doppio dei casi rispetto a prima della pandemia) e il 17% all’allungamento nei tempi di consegna (più di cinque volte). I costi dei noli, anche se inferiori ai picchi di metà marzo nel caso dei container e di maggio nel caso delle portarinfuse secche, sono ben maggiori rispetto a inizio 2020: a +312% e +213% rispettivamente.

Tutti questi fattori gettano profonda incertezza sull’evoluzione del quadro del settore nell’autunno e nell’inverno prossimi.

Passiamo ai servizi. Nel Nord Ovest e in Lombardia il clima di fiducia cresce in modo sensibile anche a giugno grazie all’allentamento delle misure di contrasto alla pandemia ed è spinto al rialzo da una domanda che sale sui massimi da novembre 2021 e da attese per i mesi estivi in forte accelerazione. Il monitoraggio giornaliero di Google sugli spostamenti delle persone per shopping e retail suggerisce però un punto di attenzione in controtendenza: da metà giugno fino alla prima settimana di luglio, la mobilità in Lombardia è ridiscesa a -13% rispetto a inizio 2020, penalizzata da circa il -20% rilevato a Milano. Certamente influisce il periodo estivo, ma è comunque indicativo del fatto che per alcuni comparti non si è ancora tornati in linea con l’attività normale e, verosimilmente, anche che i nuovi picchi di contagi Covid cui stiamo assistendo in queste settimane incidono in negativo.

In conclusione, in questo quadro di rischi e incertezze le prospettive di crescita nei prossimi mesi appaiono condizionate anche dal rilevante deterioramento della fiducia di famiglie e consumatori, in giugno sui minimi da inizio 2021. Nel Nord Ovest italiano il peggioramento è diffuso a tutte le variabili dell’indicatore, con il clima economico e quello corrente che registrano le diminuzioni più marcate. Sulla fiducia delle famiglie pesa la forte ascesa dell’inflazione, che a giugno sale al +8% su base annua in Italia (indice Nic). Le tensioni inflattive sono ancora più forti a Milano, dove si registra un +9% a giugno, incremento che rimane straordinariamente elevato anche se depurato della componente alimentare ed energetica (+5% l’inflazione core). 

Nota: nel mese di aprile 2020 l’Istat non ha diffuso il dato dell’Italia e del Nord-Ovest a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Nota: nel mese di aprile 2020 l’Istat non ha diffuso il dato dell’Italia e del Nord-Ovest a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Nota: nel mese di aprile 2020 l’Istat non ha diffuso il dato dell’Italia e del Nord-Ovest a causa dell’emergenza sanitaria in corso.

Nota: lo scenario di riferimento degli spostamenti per raggiungere i luoghi di lavoro corrisponde al valore mediano delle stesse giornate nel periodo 3 gennaio-6 febbraio 2020.

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