Focalizzando l’attenzione sul mercato immobiliare, le analisi concordano nel rilevare un impatto Covid-19 sostenuto sulla piazza di Milano, ma non tale da inficiarne il dinamismo nel 2020, né la crescita in prospettiva. In particolare, dai dati PwC-Urban Land Institute, nel 2020 Milano si posiziona settima nella top10 dei mercati più dinamici in Europa con 4 miliardi di transazioni tra fine 2019 e settembre 2020 (per confronto nel 2019 non rientrava nei top e nel 2018 era 10ma con 3 miliardi di transazioni).
IL MERCATO IMMOBILIARE
Milano #7 in Europa per dinamismo nel 2020 con €4 mld di transazioni tra fine 2019 e i primi 9 mesi del 2020 |
Nel terzo trimestre 2020 i volumi degli investimenti in uffici tornano superiori al 2019 |
Milano #9 ‘markets to watch’ in Europa nel 2021 in crescita da 11°nel 2020 e 20°nel 2019 |
Circa 900 permessi per nuove costruzioni nel 2020 (vs 1.066 nel 2019 e 645 nel 2015) |
Inoltre, Milano è valutata nono ‘market to watch’ in prospettiva nel 2021 (in salita dall’11esimo posto nelle prospettive per il 2020 e dal 20esimo in quelle per il 2019). Nella stessa direzione, Cushman&Wakefield sottolinea volumi di investimenti negli uffici sopra il pre Covid-19 nel terzo trimestre dello scorso anno e nuovi permessi di costruzione quasi in linea con il 2019 (ne prospetta 900 circa per il 2020, meno dei 1.066 nel 2019, ma ben di più dei 645 nel 2015, anno di Expo).
Nell’analizzare queste evidenze su Milano, la volontà non è indurre a compiacenza rispetto alla capacità attrattiva della città quanto piuttosto sollevare il tema del modello futuro.
Negli anni recenti, lo studio della competitività di Milano ci ha portato a identificare due principali modelli di benchmark cui la città sembrava contemporaneamente tendere: uno più ‘hard’, proprio di Monaco, esempio di sviluppo lungo la direttrice talenti-imprese-innovazione, e uno più ‘soft’, proprio di Barcellona, esempio in ambito turismo-entertainment-creatività. Secondo questo schema di pensiero, la ripartenza di Milano di oggi e nel medio termine, pare necessariamente dover poggiare sull’attrattività di studenti e imprese, asset strategici della città che hanno tenuto anche nello shock della pandemia e fondamentali per rimanere inseriti nei flussi internazionali della conoscenza e della crescita economica. Al contempo, però, la prospettiva più a lungo termine non può prescindere dalla valorizzazione della straordinaria offerta culturale e artistica del capoluogo lombardo, apprezzata dai residenti oltre che dai turisti, la cui piena espressione a Milano avviene in sinergia con l’intera filiera dell’industria creativa, della moda, del design.
1 I dati di questo capitolo sono di fonte: Assaeroporti, Assolombarda, Cushman&Wakefield, Istat, MIUR, Questura di Milano, PwC-Urban Land Institute.