Nei giorni più bui, quelli del lockdown, uno spiraglio di luce è arrivato dalla solidarietà di collaboratori e impiegati, 500 in tutto, che hanno manifestato la loro voglia di tornare al lavoro. “Ho riscontrato un senso di attaccamento forte all'azienda che in un momento così duro ci ha dato ancora più energia e motivazione”. Maria Anghileri è Chief Operating Officer di Eusider, l'impresa di famiglia fondata nel 1979 dal padre Eufrasio Anghileri insieme al fratello Antonio. Negli anni si è espansa fino a chiudere il 2018 con un fatturato di 750 milioni di euro. Alla sede principale, che si trova a Costa Masnaga, se ne sono aggiunte altre. Adesso il gruppo è composto da sette società distribuite in 14 stabilimenti tra Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. La produzione è rimasta tutta in Italia, e le chiusure imposte dal governo l'hanno interessata direttamente. “Siamo un centro di servizi siderurgico, una sorta di grande supermercato dell'acciaio. I nostri prodotti più importanti sono coils, tubi e lamiere da treno".
"A marzo a seguito del Dpcm ci siamo fermati anche noi e abbiamo dovuto spegnere tutto, a eccezione degli impianti dove il lavoro era a servizio di filiere essenziali”
La metà dei dipendenti è passata allo smart working, “ci siamo fatti trovare pronti, lo abbiamo implementato e siamo soddisfatti da questo punto di vista. Anche ora che abbiamo riaperto, parte dei nostri collaboratori continuerà a lavorare in modalità di lavoro agile, al fine di garantire il rispetto del protocollo sanitario. La produzione ovviamente prevede che gli operai siano fisicamente presenti, ma i nostri capannoni sono molto ampi perché i macchinari richiedono grandi spazi, quindi la distanza di sicurezza è assolutamente rispettata”.
Come tutte le aziende, anche Eusider si è adeguata alle misure di sicurezza con dispositivi di protezione personale individuale usa e getta come mascherine e guanti, dispenser con gel igienizzante, sanificazione costante degli ambienti di lavoro, nuovi protocolli aziendali. Un'operazione poderosa ma necessaria. “Abbiamo inoltre stipulato una polizza assicurativa che copre le spese sanitarie ed assistenzali di tutti i collaboratori del Gruppo in caso di ricovero causato da infezione Covid-19”.