La conseguenza immediata è che il cambio di paradigma del sistema, il salto in avanti digitale di cui tutti parlano da tempo ora non è più una possibile scelta ma è diventata una vera e propria “disrAction”: un cambiamento che necessariamente deve entrare in azione.
Fortunatamente le tecnologie per supportare tutto questo ci sono già, si tratta solo di individuare dove e come possono rivelarsi efficaci.
La riduzione degli spostamenti fisici e soprattutto il bisogno di sicurezza nelle interazioni sono la conferma -oltre alla vertiginosa crescita in borsa di Zoom- che lo smart working si sostituirà sempre di più al nostro consueto modo di lavorare. Bene le piattaforme di conference che tutti oggi usiamo, ma va detto che un futuro molto vicino sta già preparandoci un salto quantico. Ci sono esperimenti in fase molto avanzata, grazie anche all’imminente arrivo del 5G, per sistemi abilitanti cloud meeting in virtual 3D room, dove i partecipanti da remoto sono rappresentati da avatar in grado di muoversi e comunicare fra loro, connessi in real time con il proprio originale fisico. Molto reale ma completamente virtuale.
Lo smart working non è però solo vita d’ufficio. Riguarda anche le relazioni esterne con i clienti, in particolare se pensiamo al mondo della consulenza. Le piattaforme di wealth management già presenti e operative nel mercato finanziario danno la misura di quelli che potrebbero essere i vantaggi -adottando le giuste funzionalità- anche per le altre professioni consulenziali: abilitano il co-planning col cliente anche a distanza, velocizzano i tempi di risposta, sono integrabili con sistemi di artificial intelligence (AI) che potenziano le risorse a disposizione. Per fare un esempio: quanto può essere utile un sistema di emotional analytics durante una videochiamata col proprio cliente per comprenderne risposta, preferenze, attitudini?
Se invece spostiamo lo sguardo verso il settore dell’industria salta subito all’occhio che chiusure e regolamenti diversi da Paese a Paese hanno generato una nuova realtà con la quale la supply chain deve e dovrà misurarsi. Una fornitura distribuita giocoforza su più aree geografiche rispetto a prima ha la necessità di essere coordinata e tracciabile in modo efficace e sicuro, anche sul piano sanitario. Le soluzioni qui ci arrivano dal mondo IOT attraverso l’impiego di sensori di ogni genere integrati con piattaforme di smart tracing. Nell’adiacente settore della logistica è inoltre in piena espansione l’offerta di nuove tecnologie di sanificazione per ambienti, mezzi e imballaggi.