LE PRINCIPALI EVIDENZE

Al fine di analizzare la smartness di Milano nel confronto con le altre città è utile inquadrarne il contesto di vision e di strategia, considerare cioè le ambizioni di lungo termine della città, i filoni operativi scelti per il raggiungimento degli obiettivi, il coordinamento delle iniziative.

Rispetto alla prima edizione del Booklet, le città sono passate a una visione più strutturata di smartness, proponendone la lettura in chiave trasversale rispetto alle traiettorie di sviluppo e alle politiche urbane anziché per silos verticali distinti. 

Milano, al pari delle altre città analizzate, cerca di darsi una visione della città sì tecnologica – dalle sperimentazioni del 5G ai servizi digitali della PA – ma anche orientata in senso più ampio a sostenibilità economica (crescita, benessere, innovazione, imprese e startup), ambientale (smart mobility e smart environment) e sociale (e-democracy, partecipazione). 

Ciò non toglie che emergano delle differenze. Pur individuando 7 linee guida, Milano propone una visione molto ampia di smartness, nella quale è inclusa ed esplicita un’attenzione alla smart city anche come leva di comunicazione e di marketing, utile a costruire la narrativa di Milano città globale e attrattiva. In questo contesto, si cerca inoltre di puntare su filiere di eccellenza, quali agrifood e moda, che mostrano elevate potenzialità di crescita e innovazione e che ben si prestano nel comunicare il brand Milano in ottica anche smart city, per esempio con la realizzazione di progetti per la riduzione dell’impatto ambientale delle produzioni*.

Anche Stoccarda non restringe i confini della smartness: le linee strategiche della città tedesca toccano una pluralità di ambiti, dal micro (smart air pollution control) al macro (smart city planning). Tuttavia si rimane ancora concentrati sull’ambito puramente tecnologico.

Le altre città, che comunque mantengono a livello narrativo una visione a tutto tondo dello sviluppo urbano in chiave smart, cercano invece di distinguersi per una priorità tematica. 

Già a partire dalla definizione di smart city, Barcellona sottolinea la sua attenzione all’innovazione sociale e alla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali («una città aperta, equa e democratica»); un’attenzione confermata a settembre 2019 dalla scelta del Sindaco Ada Colau di istituire la figura del Commissario per la Digital Innovation, l’e-Government e la Good Governance, nominando per il ruolo Michael Donaldson Carbòn - un’ulteriore mossa di avvicinamento dell’amministrazione locale ai cittadini, costantemente coinvolti nei processi decisionali della città. 

Lione si concentra sull’innovazione («una città che si re-inventa») con un’attenzione particolare alle imprese. Monaco fonda la smartness su principi di trasparenza e di sicurezza nella raccolta e nell’utilizzo dei dati, promettendo di fare uso «responsabile» delle nuove tecnologie. 

Se rapida è stata l’evoluzione di pensiero intorno alla smartness, meno ovvia rimane invece la sua realizzazione.

La transizione alla smart city è lenta e complessa, soprattutto considerando che non si tratta di un concetto univoco, bensì di un fenomeno in continua evoluzione, che si muove con il progresso tecnologico e segue l’orientamento politico della giunta in carica. È dunque difficile, se non anche inopportuno, cercare di delimitarne in modo netto i confini. È utile invece partire dal micro e dall’esistente.

A livello progettuale si è ancora in fase di «smart districts» e «living labs» per testare le iniziative smart in attesa di poter diffondere i singoli progetti pilota su tutto il territorio. 

A livello di governance, per ragioni di efficienza si attribuisce la smart city a un nucleo amministrativo ristretto (tendenzialmente in seno alle divisioni amministrative incaricate di tecnologie e dati). Si è però in cerca di modalità efficaci di coordinamento congiunto di tutte le direzioni comunali, nonché di inclusione dei cittadini nei processi decisionali (soprattutto a Barcellona) e di collaborazioni pubblico-private. Tali modalità sono infatti strategiche alla mappatura di iniziative esistenti e alla realizzazione di nuove progettualità, nonché strumentali alla legittimazione della smartness presso i suoi diretti fruitori.

*ad esempio Open-Agri

I PIANI PER LA SMART CITY

MILANO

PIANO ANNO PUBBLICAZIONE DEFINIZIONE
Linee guida Milano Smart City 2014 «una città smart non coltiva solo la sua componente tecnologica ma deve coniugare sviluppo economico e inclusione sociale, innovazione e formazione, ricerca e partecipazione»
OBIETTIVI/AMBITI PRIORITARI
  1. Città globale, laboratorio nazionale ed europeo
  2. Laboratorio della mobilità urbana sostenibile
  3. Laboratorio delle politiche ambientali ed energetiche
  4. Laboratorio di inclusione sociale e diversity
  5. Laboratorio del benessere in città
  6. Laboratorio di semplificazione della PA
  7. Laboratorio della generazione di impresa

BARCELLONA

PIANO ANNO PUBBLICAZIONE DEFINIZIONE
Barcelona Ciutat Digital 2016 (primo piano smart city pubblicato nel 2011)* «una città aperta, equa e democratica»
OBIETTIVI/AMBITI PRIORITARI
  1. «Digital transformation» (sensoristica, open data, smart mobility, piattaforme di integrazione dati)
  2. «Digital innovation» (economia digitale, FabLab)
  3. «Digital empowerment» (formazione e inclusione digitale, democrazia e diritti digitali)

LIONE

PIANO ANNO PUBBLICAZIONE DEFINIZIONE
Lyon Métropole Intelligente 2016 «una città che si re-inventa continuamente e collettivamente con l’obiettivo di creare valore sociale ed economico condiviso tra tutte le parti sociali»
OBIETTIVI/AMBITI PRIORITARI
  1. «ville agile» (smart e sharing mobility)
  2. «ville facile» (open data e servizi digitali)
  3. «ville durable» (smart grids)
  4. «ville à experimenter» (innovazione e startup)

MONACO

PIANO ANNO PUBBLICAZIONE DEFINIZIONE
Digital­strategie München 2019** «una città orientata al futuro e sostenibile che sfrutta in modo attivo e responsabile le tecnologie, a beneficio dei cittadini»
OBIETTIVI/AMBITI PRIORITARI

5 principi (sicurezza dati e privacy, trasparenza, accessibilità, standard condivisi, orientamento al cittadino) che guidano lo sviluppo di strategie in 3 ambiti

  1. PA (servizi digitali e open data)
  2. Cittadini (inclusione e partecipazione)
  3. Infrastrutture (smart mobility, smart environment, smart energy, sicurezza)

STOCCARDA

PIANO ANNO PUBBLICAZIONE DEFINIZIONE
Smart City Stuttgart 2017 «una città che cerca di essere sostenibile a tutto tondo utilizzando le nuove tecnologie»
OBIETTIVI/AMBITI PRIORITARI
  1. Smart Mobility
  2. Smart Air Pollution Control
  3. Smart Sustainable Land Use Management
  4. Smart City Planning
  5. Smart Participation

* per approfondimenti sull’evoluzione della narrativa di Barcelona come smart city si veda Centro Studi Assolombarda (2018), Smart City. Casi Studio (https://www.assolombarda.it/centro-studi/smart-cities-casi-studio)

** Monaco ha iniziato a lavorare sulla smart city da prima con progetti pilota (quali Smarter Together insieme a Lione e Vienna) all’interno della visione strategica della città «Perspective Munich» del 2013. Tuttavia è solo da luglio 2019 che la città ha formalmente pubblicato un piano e delle linee guida specificamente per la smart city e per la digitalizzazione con un orizzonte temporale di 6 anni (2019-2025) (https://muenchen.digital/digitalisierungsstrategie/)