Quante “Milano” conosciamo? La risposta ce la suggeriscono le pile di guide che propongono tour tematici, i romanzi d'autore che rievocano la città che fu, le mostre fotografiche degli anni gloriosi, o anche solo la nostra memoria. C'è una Milano per tutto. Da bere e medievale, delle laboriose imprese e del design, della moda e del Rinascimento.

Il nostro viaggio per una delle mille Milano, magari da scoprire in una passeggiata pomeridiana, inizia da piazza Duomo. E dove se no? È proprio sotto la Madonnina che da sempre vanno in scena i momenti salienti della città. Rivolte, manifestazioni, celebrazioni e premiazioni, attorno alla cattedrale la storia si è avvicendata senza risparmiare colpi. Il turista attento, ma anche il milanese svagato, parte da qui. Ammirando le facciate dei palazzi, anche tenendo il naso sospeso e osservando la luce che si riflette sulle ampie finestre, percorre via Dante e dopo le belle piazze, si imbatte nel Castello Sforzesco, simbolo del potere di Ludovico il Moro. Fu lui, in pieno Rinascimento, a portare a Milano Leonardo Da Vinci, il genio fiorentino che viene celebrato in questi mesi a cinquecento anni dalla sua morte. Il Castello ospita oggi il Codice Trivulziano, raccolta di disegni e scritti di Da Vinci e, nella Sala delle Asse, al piano terra della torre Falconiera, una sua celebre decorazione datata 1498. Non solo: c'è un'altra chicca che lo rende parte fondamentale della scoperta di Leonardo a Milano. L'artista studiò anche la progettazione della reggia: un'altissima torre-osservatorio che avrebbe voluto al centro della facciata, e singolari tempietti a cupola per le torri angolari, di cui restano schizzi.

Proprio davanti al Castello si estende il quartiere romanico-medievale milanese. Proseguendo nella passeggiata e inoltrandosi nel dedalo di strade che lo costituisce, il nostro protagonista arriva in via Gorani, dove, al civico 4, c'è la Torre e casa dei Gorani, dell'XI secolo. È la testimonianza della sede di Palazzo Gorani, andato distrutto sotto le bombe alleate. Il portale barocco e qualche muro perimetrale oggi in rovina sono sopravvissuti e su tutti svetta la medievalissima torre in mattoni di cotto senza intonaco. Incuriosisce trovarla lì in pieno centro ma ci ricorda come Milano sia una città fatta a strati che si compenetrano senza escludersi. Il risultato è un affascinante intrigo da sbrogliare e conoscere. 

La Milano leonardesca per esempio si dipana qualche viuzza più in là, sbucando alla Basilica di Santa Maria delle Grazie. Due qui le tappe imprescindibili: il Cenacolo e la Vigna. Il primo non ha bisogno di presentazioni: commissionato a Leonardo dal duca Ludovico il Moro tra il 1494 e il 1497 per il refettorio del convento, raffigura l'Ultima cena. Cela un errore dell'artista toscano, ebbene sì. Lo realizzò con la tecnica dell’affresco, intervenendo però a più riprese sull’intonaco asciutto per curare ogni minimo dettaglio. Intuizione che gli costò cara, dal momento che la pittura iniziò poco dopo a sgretolarsi. La Vigna la si può ammirare in corso Magenta al 65, poco distante. C'entra sempre Ludovico il Moro, che la regalò a Leonardo in segno di ringraziamento e che venne piantata nel cortile della Casa degli Atellani. Sopravvissuta nei secoli, l'occasione di vederla permette di visitare anche la magnifica dimora degli Atellani, edificio rinascimentale che nel Novecento è stato restaurato da un grande architetto milanese come Piero Portaluppi.

Uscendo dal portone e lasciandosi alle spalle le ombrose stanze e il placido giardino che porta traccia di Leonardo, è un attimo che ci si ritrova nella frenesia della città. È sempre il centro a schiudere un'altra perla: Casa Manzoni. Un tour per scoprire i padri morali milanesi non può non prevedere una tappa in via Morone 1, dove l'autore de I promessi sposi visse dal 1813 alla morte. In un palazzo affollato con molti ambienti su tre piani, a Manzoni era riservata una stanza che guardava al giardino, appartata, dove ricevere amici e ospiti illustri. 

Per un rapido cambio di scena, il protagonista della nostra passeggiata dovrebbe spostarsi di qualche decina di metri. Precisamente in via degli Omenoni 3, dove sorge il Palazzo degli Omenoni, nome che deriva dagli otto telamoni, ovvero "grandi uomini" che occupano la facciata. Costruito nel 1565, è impossibile non notarne la magnificenza. Ospita da 80 anni il Clubino, uno dei circoli per gentiluomini più esclusivi della città, ad accesso blindatissimo. Entrare è impossibile, ma è affascinante fermarsi a sognare intrighi e conversazioni che si nascondono in quelle stanze.

L'ideale è proseguire camminando verso i bei Giardini di via Palestro, magari sostando davanti a qualche palazzo di corso Venezia, o addirittura intrufolandosi nel Quadrilatero del silenzio, dove tutti i rumori della città sono attutiti. Qui, in via Serbelloni 10, c'è Palazzo Sola Busca e quasi sicuramente cela una storia che non conoscete. Osservando attentamente, noterete sul muro perimetrale un grande orecchio di bronzo, opera dello scultore Adolfo Wildt. Si tratta di uno dei primi citofoni di Milano, oggi non più in funzione, che ha fatto guadagnare al Palazzo il soprannome di “Ca’ dell’ureggia”, ovvero “Casa dell’Orecchio”.

Quello che abbiamo raccontato è uno degli itinerari della Milano insolita, da scoprire. Ma è anche un percorso che tocca alcune delle 150 tappe di cui è composta la grandissima caccia al tesoro ideata da Assolombarda per venerdì 13 settembre. Si chiama “StraVinci!”, è organizzata in partnership con Radio Italia e il sostegno di Umana e Intesa Sanpaolo, e fin dal nome calca uno dei temi centrali dell'iniziativa, ovvero la celebrazione di Leonardo Da Vinci nel cinquecentenario della sua morte.

I partecipanti tappa dopo tappa conosceranno luoghi, angoli, imprese e monumenti che hanno reso il capoluogo lombardo la città all’avanguardia e innovativa che conosciamo oggi. Cosa aspettate? Correte a iscrivervi!

Partenza ore 18.30 del 13 settembre presso Palazzo Gio Ponti, sede di Assolombarda, via Pantano, 9. Partecipazione gratuita, iscrizioni su https://stravinci.com