Cinquant’anni dopo lo sbarco sulla Luna, lo spazio è sogno ed economia

I progetti per tornare sulla Luna e quelli per raggiungere Marte, la sfida tecnologica, ma anche la nuova frontiera degli investimenti, dal turismo alle connessioni internet.

speciale: Innovazione

Lo spazio offre grandi opportunità e l’Italia è in prima linea per coglierle, come racconta il presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia.

Il 20 luglio di cinquant'anni fa, nel 1969, con la missione Apollo 11 della Nasa, l'uomo sbarcava per la prima volta sulla Luna. Sei ore dopo l'allunaggio, Neil Armstrong prima, e Buzz Aldrin 19 minuti più tardi, mettevano piede sul suolo del satellite. “Apollo 11 ha aperto un nuovo mondo alle prospettive spaziali. E ha dimostrato che se l'uomo si pone un obiettivo, con l'impegno e le risorse necessarie, arriva alla meta”, spiega Giorgio Saccoccia, presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). Un successo che è diventato il punto di partenza di nuove sfide e che ha accelerato lo sviluppo di tecnologie che oggi fanno parte della vita di tutti i giorni, come la miniaturizzazione dei computer. Un traguardo che ora i governi vogliono tagliare di nuovo. 

L'obiettivo degli Stati Uniti è di rimettere piede sulla superficie della Luna entro il 2024, come ha dichiarato a marzo il vicepresidente Mike Pence, e sarà un ritorno per mettere piede e farlo in maniera sostenibile”, aggiunge il presidente Saccoccia. Un'occasione che offre all'Italia l'opportunità “di presentarsi come fornitore privilegiato degli Stati Uniti”, spiega il numero uno dell’Asi. Il nostro Paese si posiziona tra le potenze leader dello spazio, con una presenza e una tecnologia avanzata in tutti gli ambiti, dal trasporto agli applicativi fino all'esplorazione spaziale. “Per questo ci posizioniamo come partner della nuova corsa alla Luna americana – prosegue il numero uno dell'Asi – per esempio con i moduli pressurizzati per la Stazione spaziale internazionale (Iss, ndr). L'Italia ha sviluppato più del cinquanta per cento di quelli utilizzati nella parte occidentale dell'Iss e ha fornito all’industria privata degli Stati Uniti il modulo Cygnus per il trasporto cargo”.

Forte di questa eredità, “oggi l'Italia è in grado di intavolare accordi bilaterali con gli Stati Uniti per la stazione cislunare, detta Luna Gateaway, che è un elemento chiave per fare la colonizzazione del satellite, per andare e rimanerci, creando un avamposto verso Marte”, precisa Saccoccia. Il piano della Nasa prevede entro il 2024, a 55 anni dal primo piede sulla Luna, quello di Armstrong – accompagnato dal famoso motto: “Questo è un piccolo passo per un uomo, un gigantesco balzo per l'umanità” – di costruire una stazione cislunare semplificata, costituita da un piccolo nucleo abitativo (il minihub, che potrebbe essere fornito dall'Italia), con due porte di attracco, una per un nuovo ‘shuttle’ e una per il modulo di discesa sulla superficie lunare.

Questa vista del polo nord della Luna è un mosaico di 18 immagini scattate dal sistema Galileo della NASA attraverso un filtro verde mentre il veicolo spaziale volava il 7 dicembre 1992. Immagine Nasa/JPL

Questa vista del polo nord della Luna è un mosaico di 18 immagini scattate dal sistema Galileo della NASA attraverso un filtro verde mentre il veicolo spaziale volava il 7 dicembre 1992. Immagine Nasa/JPL

Al netto della prossima missione sulla Luna, per l'Italia lo spazio è un motore economico fondamentale e sempre più strategico per gli anni a venire. Nel Paese si contano circa 250 aziende specializzate in attività spaziali, tra grandi e piccolissime, tra veterane del settore e startup, che danno lavoro a oltre settemila addetti e hanno una distribuzione territoriale uniforme, da nord a sud. Lo spazio è cambiato, è più vicino di prima alla Terra ed è diventato un'attività economica importante – spiega Saccoccia -. È stato stimato che in Europa dal 6% al 9% dell'economia comune si basa su attività legate allo spazio. Ed è stato calcolato che per ogni euro investito, nelle tasche dei cittadini ne tornano quattro”.

Oltre ai moduli abitativi pressurizzati per la stazione, l'Italia ha sviluppato una specializzazione nell'osservazione della Terra dallo spazio, “con dati utili per il downstream, ossia per l'uso di queste informazioni in agricoltura, nella protezione civile, nel monitoraggio di asset nazionali”, spiega il presidente: L’Asi ha messo in orbita a marzo il satellite Prisma che, basandosi su una tecnologia iperspettrale, è in grado di far luce sullo stato di salute del pianeta. Tra le prime osservazioni realizzate il satellite ha puntato i suoi occhi sulle isole di plastica galleggianti, mettendo a fuoco soprattutto quelle non visibili sotto il pelo dell’acqua”.

Di spazio si parla ora anche in termini di connessioni internet a banda larga, estrazione e raccolta di materie prime, turismo. In Puglia, a Grottaglie, si lavora alla costruzione di uno spazioporto, che sarà utilizzato da Virgin Galactic per l'accesso dei suoi clienti ai viaggi spaziali”, racconta il presidente. La compagnia, che ha recentemente dichiarato l'intenzione di volersi quotare a Wall Street, è uno dei principali gruppi privati in corsa per cogliere le opportunità della space economy. Come la Blue Origin di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, o la Space X di Elon Musk, il patron di Tesla.

I moduli di comando e assistenza Apollo 11 (CSM) sono fotografati dal modulo lunare (LM) in orbita lunare durante la missione di atterraggio lunare Apollo 11. Immagine Nasa/JSC, 20 luglio 1969

I moduli di comando e assistenza Apollo 11 (CSM) sono fotografati dal modulo lunare (LM) in orbita lunare durante la missione di atterraggio lunare Apollo 11. Immagine Nasa/JSC, 20 luglio 1969

“La space economy crea opportunità per i privati, anche in alleanza con le istituzioni”, spiega Saccoccia: “Anche noi in Italia vogliamo facilitare questi processi con progetti in cofinanziamento con i ministeri e incanalando fondi regionali. Il futuro satellite Italsatcom sarà il primo progetto di questo tipo, unirà i fondi dell'industria, del ministero dello Sviluppo economico e delle regioni”. 

“Investire di più”, questo è il mantra che deve guidare ora la bussola per mantenere la competitività dell'Italia in un'arena in cui sono comparsi nuovi concorrenti ben attrezzati, come la Cina, che di recente ha sbaragliato tutti spedendo una sonda sul versante nascosto della Luna. All'interno dell'Agenzia spaziale europea (Esa, ndr) noi italiani ci accaparriamo più progetti di quelli che ci spetterebbero per la ripartizione geografica, perché siamo bravi. Però investiamo un terzo delle risorse di cui dispongono Francia e Germania. Dovremmo identificare maggiori finanziamenti perché il settore è prezioso”, precisa il presidente. 

Nel complesso l'Asi fa affidamento su un budget annuale medio di 900 milioni di euro, di cui la metà viene destinata all'Esa. “E l'agenzia ha un ottavo del personale della corrispondente autorità in Francia”, spiega Saccoccia. Stare al passo con i tempi, d'altronde, non può essere in discussione ora in cui si affaccia la sfida per sbarcare su Marte. “A livello robotico l'Italia è leader, ha firmato le sonde per missioni come Exomars, la cui seconda parte sarà lanciata nel 2020”, spiega Saccoccia. Un biglietto da visita da giocare nella corsa allo sbarco dell'uomo sul pianeta rosso, il prossimo gigantesco balzo per l'umanità.

Vista ravvicinata del piede e dell'impronta di un astronauta nel suolo lunare, fotografata da una telecamera a superficie lunare da 70 mm durante l'attività extraveicolare della superficie lunare dell'Apollo 11. Immagine Nasa, 20 luglio 1969
Vista dettagliata del lato posteriore della Luna nelle vicinanze del Cratere n. 308, scattata durante la missione Apollo 11. Immagine Nasa/MSFC, 20 luglio 1969
Immagine Nasa/JPL, 17 novembre 2009
Vista ravvicinata dell'impronta di un astronauta nel suolo lunare, fotografata da una telecamera a superficie lunare da 70 mm durante l'attività extraveicolare della superficie lunare dell'Apollo 11. Immagine Nasa/MSFC, 20 luglio 1969
 
 
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