Oggi a Milano si trovano 16 strutture più alte del Duomo; di queste, la metà è stata costruita nell’ultimo decennio. Una crescita verticale calzante metafora architettonica delle energie economiche e aspirazioni globali del capoluogo lombardo che, preso lo slancio di EXPO 2015, sembrava inarrestabile. 

Con la pandemia la città si trova tuttavia a dover costruire una nuova forma e una nuova normalità, cucita su misura partendo dalla sostanza dei propri asset, ma rinnovata nella forma secondo le ambizioni per il futuro. In questa fase di rigenerazione, Milano può contare su uno dei suoi punti di forza: la reputazione soprattutto come centro economico e qualità dei suoi atenei. 

Nell’accogliere queste sfide, Milano gioca un ruolo da protagonista facendo leva su un ‘mix’ unico di asset strategici: il capitale umano, il ricco ecosistema universitario, il dinamico tessuto economico, la forte ispirazione civile e solidale.

Ma come si colloca la città nel confronto globale?

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Sono già disponibili diversi affondi, a partire dall'ultimo focus "La performance di Milano sui mercati esteri nel 2020 rispetto al potenziale" fino agli approfondimenti dedicati al mercato del lavoro e all'occupazione femminile, allo smartworking, all’economia, alle disuguaglianze, alla mobilità e all’attrattività. Dati e ricerche a partire dai quali ripensare lo sviluppo della città e del suo territorio dopo la pandemia.