Le smart city del futuro? «Città dove non sarà più necessario andare negli uffici comunali, in banca, in assicurazione o dal medico, perché basterà connettersi a una app o a un portale per trovare una risposta reale e immediata alle necessità pratiche. Luoghi dove i cittadini potranno migliorare la qualità della vita perché avranno a disposizione molto più tempo libero, senza sprecarlo in coda agli sportelli». Fabrizio Felippone, CEO di Project Automation, ha un’idea chiara di come l’analisi dei dati raccolti nel tessuto urbano trasformerà le nostre vite con nuovi servizi sempre più utili.
Un’idea che si è costruito con l’attività quotidiana nella sua azienda, attiva nel campo del monitoraggio urbano dal 1988, da quando si è distaccata da Philips in seguito a una cessione di ramo d’azienda.
Dall’inquinamento alle tranvie
«All’inizio», dice Felippone, «ci occupavamo di inquinamento atmosferico, sviluppando strumenti per misurare la qualità dell’aria e poi analizzando i dati raccolti per metterli a disposizione delle Arpa, le agenzie regionali per l’ambiente, e delle amministrazioni locali. Da lì siamo passati al monitoraggio del traffico, per esempio sorvegliando gli accessi delle zone a traffico limitato, le ZTL. E poi abbiamo sviluppato sistemi per la sicurezza di esercizio delle metro-tranvie». Soluzioni in cui sempre di più le strumentazioni “a campo”, disseminate nel territorio, si sono integrate con centri di raccolta e analisi dei dati, definendo il concetto di base dell’IoT, l’Internet of Things.
«Nella nostra attività», sottolinea Felippone, «abbiamo assistito alla crescita rapidissima di queste applicazioni, resa possibile soprattutto da tre salti tecnologici fondamentali: la sempre maggiore velocità delle telecomunicazioni, l’aumento esponenziale della capacità di calcolo dei personal computer e la contestuale riduzione delle loro dimensioni».